martedì 18 maggio 2010

Maturità 2010: calendario, crediti e novità


L'esame di maturità 2010 si avvicina a passi da gigante. E' quindi utile fare il punto sulle date delle prove di maturità e sulle novità che entreranno in vigore da quest'anno.
Le date dell'esame di stato cambiano ogni anno scolastico e, ogni volta, sembrano inoltrarsi di più nell'estate. Quest'anno gli scritti inizieranno martedì 22 giugno con la prima prova uguale per tutti e proseguiranno il giorno dopo,mercoledì 23, con la seconda prova differenziata a seconda della tipologia di scuola frequentata. Lunedì 28 giugno sarà la volta della terza prova. Da questo momento in poi ogni scuola darà il via ai colloqui orali che si protrarranno fino a luglio inoltrato. Le materie per la seconda prova dell'esame di maturità 2010 sono state annunciate dal ministro Gelmini tramite il suo canale di YouTube.

Per quanto riguarda i crediti, è importante sapere che l'obiettivo dell'esame di maturità è quello di verificare la preparazione complessiva degli studenti. E' per questa ragione, quindi, che i crediti totalizzati negli ultimi tre anni di scuolasi andranno a sommare a quelli ottenuti nelle prove della maturità contribuendo così a definire il voto finale. I crediti che si possono accumulare nel corso del triennio sono in totale (e al massimo) 25. Le tre prove di maturità valgono ciascuna da 0 a 15 crediti, per un possibile totale, quindi, di 45. L'esame orale vale al massimo 30 crediti. Per chi è arrivato alla maturità con un credito scolastico di almeno 15 punti ed ha ottenuto nelle tre prove almeno 70 crediti, saranno disponibili altri 5 crediti bonus. Inoltre, se il maturando raggiunge il punteggio di 100 senza avvalersi del bonus, potrà ottenere la lode dalla commissione.

Veniamo alle novità introdotte dal "Regolamento per la valutazione degli studenti" varato nel 2009 ed in vigore da quest'anno scolastico. Per essere ammessi all'esame di maturità 2010 gli studenti dovranno aver conseguito, nello scrutinio finale, una votazione non inferiore alla sufficienza in tutte le materie ed anche in condotta. L’ammissione agli esami, dunque, non sarà più possibile con la sola media del 6. La sufficienza dovrà essere conseguita dallo studente in ogni singola disciplina.

[Fonte | Tuttogratis]

lunedì 17 maggio 2010

25 Aprile

Il relativismo ‘filosofico’ che, soprattutto negli ultimi tempi, ha investito il termine libertà, sembra non risparmiare neppure i suoi derivati (o le sue derivazioni, a piacere …). Succede così che non si capisce più neppure tanto bene che significhi liberazione. Siccome in molti, dal piedistallo istituzionale, stanno violentando la verità storica e la memoria dei morti, e siccome non voglio abbassarmi a un confronto impari, vorrei solo servirmi, proprio per commemorare i morti, delle parole di Fenoglio (uno dei tanti che, essendo grande, a scuola non si studia).

“…L’autocarro manovrò ad agganciare un rimorchio rimasto sino allora invisibile a Johnny dietro uno spigolo del granaio. I partigiani, una ventina, assaltarono la motrice per alloggiarsi in quella ed evitare il rimorchio, molto precariamente agganciato alla macchina. Tre partigiani, i tre soldati siciliani, identici, come mimeografati, s’accostarono rassegnati al rimorchio e ci salirono nell’irrazionale impaccio delle tiranti vecchie divise. S’era così operata una tacita separazione razziale: dal suo posto sulla motrice Johnny scrutava i tre meridionali che ora si appostavano con una morosa accuratezza per meglio resistere ai sobbalzi ed alla forza centrifuga. …Il disastro accadde in un unico imprevedibile tratto pianeggiante tra due ertissime rampe. La motrice slittò, il cavo resisté con una disperazione più umana che metallica, il rimorchio coi suoi tre avventanti imbarcati sbandò a filo della ripa, si corresse, parve salvarsi, poi il cavo sfilò con un gemito orribile, il rimorchio derivò e ribaltò: nell’attimo dell’ultimo equilibrio due uomini si tuffarono dalla parte giusta, il terzo … tardò, saltò nella ripa, e la sponda del rimorchio gli atterrò sulla schiena. …Il siciliano era morto sul colpo …Johnny si diceva che aveva imparato che nei partigiani non si moriva soltanto per i fascisti, e la cosa lo congelò più che il vento vilissimo e già pieno notturno.”

L’Italia dunque, a noi del sud, ci appartiene (tutta). Perché i meridionali, in genere, hanno contribuito in modo sostanziale alla sua fondazione, alla sua liberazione. Poi dopo al suo sviluppo economico … 

Prof. Antonio Zuccarello

IL POF : QUESTO SCONOSCIUTO! - Prove tecniche di autonomia

L’Autonomia Scolastica è stata istituita dall’art. 21 della Legge n. 59/97( Legge Bassanini) e prevede:
Autonomia   Amministrativa
                     Organizzativa
                     Didattica
                     di Ricerca, sperimentazione e Sviluppo
 Il  D.P.R. n. 275/99 (Regolamento Applicativo) detta le direttive di attuazione dell’autonomia, vincolanti per un’eventuale riforma degli Ordinamenti Scolastici (particolarmente importante è l’art. 8 riguardante i curricoli di studi).
 Il D.M. del 26.6.2000 (Norme transitorie) detta norme sull’attuazione immediata dell’autonomia didattica e organizzativa della scuola, in attesa della Riforma della scuola. E’ andato in vigore a partire dall’a.s. 2000/01 (definisce in particolare la quota nazionale e la quota d’istituto del curricolo).
- Ogni istituzione scolastica deve predisporre annualmente il Piano dell’Offerta Formativa (POF)
- Il POF, deliberato dal Collegio dei docenti, rappresenta il documento costitutivo fondamentale dell’identità culturale e progettuale della istituzione scolastica.
Il curricolo si compone di:
una quota nazionale, definita dal Ministero (MIUR)
una quota d’istituto, che tiene conto della specificità della scuola e delle esigenze territoriali.
Il Ministero (Art.8 del DPR n.275/99) stabilisce :
Gli obiettivi generali della formazione;
L’orario annuale generale (somma della quota nazionale e della quota d’istituto);
Le discipline, le attività, i relativi orari annuali;
Gli obiettivi specifici di apprendimento (curricoli delle discipline);
Gli standard del servizio docente;
Le indicazioni generali sulla valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi;
I criteri generali per i percorsi formativi relativi all’educazione permanente;
L’Istituzione scolastica, nell’ambito dell’Autonomia didattica (art.8 del D.P.R. n. 275/99),
in coerenza con quanto indicato dal Ministero e tenendo conto delle finalità e caratteristiche dell’istituto, delle esigenze territoriali,  delle attese degli alunni e delle famiglie, definisce
il curricolo di ciascun indirizzo di studi della scuola;
in particolare:
1) le discipline, gli orari e gli obiettivi della quota d’istituto, in un’ottica d’integrazione tra il curricolo della quota nazionale e della quota d’istituto;
2) le modalità di svolgimento dell’attività didattica nell’ambito delle flessibilità previste;
3) Le scuole possono anche, singolarmente o consorziate:
proporre l’ampliamento dell’offerta formativa, in coerenza con le finalità dei corsi di studio
promuovere iniziative di formazione per adulti, per la cui ammissione sono valutati crediti scolastici e crediti maturati nel mondo del lavoro.
L’Istituzione Scolastica definisce :
 nell’ambito dell’Autonomia didattica (DPR n. 275/99)  le flessibilita’:
-Articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina (variazione di orario annuale della disciplina nel corso dell’a.s. con recupero);
-Articolazione modulare per gruppi di alunni provenienti anche da più classi e da più anni di corso (classi aperte);
-Definizione dell’unità oraria di insegnamento (ad esempio ora di 40 minuti); l’orario annuale complessivo definito in ore di 60 minuti va comunque rispettato;
-Aggregazione di discipline in aree o in ambiti disciplinari;
-Attivazione di percorsi individualizzati o per gruppi (recuperi ed eccellenze)
nell’ambito dell’Autonomia organizzativa (DPR n. 275/99)  :
-Le modalità d’impiego dei docenti (tenendo presente l’orario annuale di servizio stabilito)
-Gli adattamenti del calendario scolastico in relazione al POF deliberato (nel rispetto dei giorni di scuola stabiliti)
-L’orario settimanale o plurisettimanale dei corsi (in non meno di 5 giorni settimanali).
Tutto ciò comporta:
-superamento dei tradizionali assetti rigidi curricolari
-revisione delle modalita’ di prestazione di servizio dei docenti
-revisione del concetto “classe” (possibilità di gruppi mobili)
-diversa organzzazione del tempo-scuola
Per quanto riguarda la valutazione e la certificazione (DPR n.275/99)
 il Ministero  indica:
-gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni ed il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi;
-i modelli per la certificazione delle competenze acquisite dagli studenti e dei crediti formativi riconoscibili, compresi quelli conseguiti in caso di ampliamento dell’offerta formativa e liberamente scelti dagli alunni purché certificati
Le scuole stabiliscono:
-i criteri per il riconoscimento dei crediti e per il recupero dei debiti.
Il D.M. 28/12/2005 ( confermato dal D.M. n. 47 del 13/06/2006)  prevede che gli istituti scolastici possano definire autonomamente la variazione oraria della disciplina senza recupero fino ad un massimo del 20% per ciascuna disciplina  :
Quota Nazionale                    80%   di ciascuna disciplina
Quota d’Istituto                     20%   di ciascuna disciplina
La quota del  20% può essere utilizzata per:
-Confermare gli attuali curricoli
-Potenziare alcune discipline
-Introdurre nuove discipline (coerenti con l’indirizzo di studi e avvalendosi delle risorse professionali presenti)
ESEMPIO
Orario annuale dell’indirizzo (calcolato su 33 settimane)
Quota nazionale obbligatoria per ciascuna disciplina: l’80% del monte ore
quota a disposizione: 20 % del monte ore
Orario settimanale di matematica: 5 ore
Orario annuale di matematica: 5x33= 165 ore
Orario obbligatorio di matematica: 80% di 165= 132
Orario disponibile per la scuola: 33 ore
La somma degli orari disponibili per ciascuna disciplina costituisce il monte ore a disposizione della scuola (quota d’istituto)
 Sono consentite, nell’ambito del POF della scuola, le flessibilità previste nel Regolamento sull’Autonomia (DPR n. 275/99).
 L’attuazione del POF della scuola  non comporta l’autorizzazione ministeriale. Le scuole devono solo comunicare ai competenti Uffici scolastici le scelte curricolari effettuate (ai fini della definizione dell’organico).




Tutte le ore a 40 minuti. Con l’Autonomia è possibile.

Il D.M. 28/12/2005 ( confermato dal D.M. n. 47 del 13/06/2006)  prevede che gli istituti scolastici possano definire autonomamente la variazione oraria della disciplina senza recupero fino ad un massimo del 20% per ciascuna disciplina  :
Quota Nazionale                    80%   di ciascuna disciplina
Quota d’Istituto                     20%   di ciascuna disciplina
La quota del  20% può essere utilizzata per:
-Confermare gli attuali curricoli;
-Potenziare alcune discipline;
-Introdurre nuove discipline (coerenti con l’indirizzo di studi e avvalendosi delle risorse professionali presenti).
La sperimentazione dell’autonomia nell'Istituto  muove i primi passi dall’anno scolastico 2008/2009 con la riorganizzazione delle attività di insegnamento, sostegno e approfondimento. Il progetto che viene  presentato vuole essere un punto di rottura con il passato.
Flessibilità Orario
E' emersa l'impraticabilità del nostro orario abituale, che non può più essere mantenuto, perché la riduzione dell'ora di lezione a 55 minuti di tutte le sei ore (tante sono le ore nell'orario giornaliero) non è supportata da alcun progetto didattico e si configura, dunque, come una mera riduzione dell'orario scolastico priva di giustificazione.
La riduzione della durata dell'ora di lezione come "tempo ritrovato" per le attività integrative per gli studenti e funzionali per i docenti, trova la sua motivazione nella volontà di alleggerire il carico di lavoro degli studenti dei nostri corsi  che hanno orari variabili da 30 a 36 ore settimanali obbligatorie: riducendo la durata dell'ora di lezione gli studenti di queste classi guadagnano dalle 198 alle 231 ore l'anno, che possono spendere per studiare meglio, sia dedicandosi allo studio individuale, sia frequentando le attività integrative che la nostra scuola offre con ricchezza ai suoi alunni e che costituiscono la prova tecnica degli insegnamenti aggiuntivi e facoltativi previsti nel regolamento di autonomia.
E' evidente che, se si vuole redigere un piano dell'offerta formativa, se si vogliono differenziare i curricoli, non si può che ridurre il peso della parte obbligatoria uguale per tutti. Di qui la scelta di creare nell'orario scolastico un tempo per la gestione delle attività integrative. ( D.M. n.47 del 13/06/2006  - 80% ore curricolari + 20% attività integrative)
Le attività integrative
Le attività integrative devono essere pensate come occasione, per i consigli di classe ed anche per gli studenti, individualmente, per rendere i percorsi scolastici più flessibili e diversificati. Il consiglio di classe programma le attività integrative della classe; i singoli studenti, soddisfatti gli eventuali obblighi definiti dal cdc, scelgono le attività integrative che li interessano.
Le ore accantonate infatti sono riconosciute agli studenti come ore di studio individuale necessario a condurre con successo il loro corso di studio e come ore spendibili nelle attività integrative.
 Gli studenti potranno registrare il tempo speso nelle loro attività in apposito modulo che conservano nel loro libretto personale, su cui sono annotate assenze, permessi di uscita, ma anche i voti riportati nelle singole discipline e nel quale si potranno introdurre stabilmente dal successivo anno la registrazione del tempo speso in attività integrative. Lo studente ha così sotto gli occhi la sua situazione.
Tali attività possono essere costituite da:
 -corsi di lingua straniera (First Certificate in English e altro)
-corsi sulle nuove tecnologie
- laboratorio musicale
-laboratorio teatrale
-giornale degli studenti dell'istituto
-sport
-altri corsi attivati nel corso dell'anno.
Si riportano nel seguito un esempio di flessibilità oraria che prevede moduli curricolari  e integrativi, rispettivamente di 40 e 60 minuti.
L’ esempio prevede  un rientro pomeridiano per i due istituti tecnici e l’orario antimeridiano, per tutti gli indirizzi, dalle 8:30 alle 13:30.

Proposta di flessibilità

Istituti Tecnici   monte ore annuale    1056  ore ( 80%  858 ore curricolari +   20%  198 ore integrative)                                                                            
Liceo Scientifico                “                 990  ore ( 80%  792 ore curricolari +   20%  198 ore integrative)

Modulo Curricolare   MC  = 40’           Modulo Integrativo  MI = 60 ’

Istituti Tecnici      -  Un rientro pomeridiano

39 MC/sett. + 6 MI/sett.  così suddivisi:
36 MC/sett. + 6 MI/ sett. antimeridiani;        (giornalmente 3 MC +1 MI + 3 MC)
  3 MC/sett                       pomeridiani           ( un rientro settimanale   con 3 MC )

Liceo             

36 MC/sett. + 6 MI/sett.                                 (giornalmente 3 MC +1 MI + 3 MC)             


Orario Docenti   18 ore

21 MC + 4 MI 

(nota : in ogni caso le ore corrispondenti alle attività integrative/funzionali dovranno essere documentate in apposite schede personali di alunni e docenti ).


Arcangelo Placenti
Docente di Matematica I.T.C. – IGEA


sabato 3 aprile 2010

Adattamento di un classico-moderno alla realtà della nostra scuola

“La guerra è pace”; “La libertà è schiavitù”; “L’ignoranza è forza”…
Questi alcuni slogan di propaganda politica adottati dal Grande Fratello, che in origine (contrariamente a quanto potesse credere l’opinione pubblica) non era un reality-show, bensì la figura dittatoriale del romanzo “1984” di George Orwell.
Ora, facendo qualche constatazione, c’è gente che in determinate condizioni ci sguazza, e istituisce un “mos maiorum” attorno a queste ideologie, magari mettendo “fuori gioco” eventuali concorrenti, dissidenti o oppositori; l’unico che ne uscirà vincitore governerà dispoticamente, sovrastando il popolo come un leviatano (tanto per citare un certo Thomas Hobbes, che fu uomo di poco conto…)
Peccato, davvero peccato! Pensate a quanto tempo e fatica si sarebbero potuti risparmiare nelle suddette condizioni…
E invece no, ci hanno dato la possibilità di bivaccare, scorrazzare liberi, “free”, per la natura di cemento armato e pilastri abusivi e di sanissimo eternit; gozzovigliare per un “ecosistema” culturale talmente eterogeneo, che ogni giorno abbiamo la facoltà di guardare i nostri connazionali ridicolizzarsi nei programmi televisivi in molteplici occasioni, ognuna diversa dall’altra!
Non sei felice?! Perché quel muso lungo?! Su dai, rallegrati pure tu!!!
Eppure, anch’io percepisco che qualcosa non va…
Come un gelido e sinistro brivido agghiacciante che sale su lungo la colonna vertebrale, persiste la sensazione che, non tutte le dovute informazioni sulle vicende interne all’istituto giungano attraverso comunicazioni ufficiali agli studenti.
“Conoscere per deliberare è la prima regola della democrazia” (Corrado Augias), e aggiungo anche che sapere i mutamenti del contesto in cui viviamo sia un inalienabile diritto.
A tutti ad esempio non è stato reso noto che sono state destinate delle cards d’accesso alla macchina fotocopiatrice per tutte le classi, in modo tale che ogni studente avesse l’opportunità di usufruire liberamente del servizio secondo le norme vigenti; attualmente tali schede magnetiche sono riposte in qualche oscuro cassetto dell’ufficio protocollo.
Altrettanto tenebroso è stato il criterio di scelta degli alunni partecipanti al progetto dell’ass.ne “Corone degli Erei”, consistente in un viaggio, premio, di tre giorni a Rimini, al fine di prender parte ad una conferenza sulle energie alternative, in data per fine Ottobre.
La circolare che girò per le classi parlava chiaro: i candidati dovevano possedere una media dei voti piuttosto elevata (superiore all’8), condotta esemplare, impegni nel campo del sociale, competenze in ambito ambientale e conoscenze basilari sulle fonti d’energia rinnovabili. Successivamente i nominativi dovevano pervenire tramite i docenti alla presidenza, la quale varava una lista di 13 da far giungere alla supervisione massima del presidente dell’associazione in questione; oneroso esplicare che trattasi del nostro benamato sindaco, Rag. Gianni Antonio Malgioglio, il quale ci delucidò, in un incontro pubblico nell’aula magna del nostro istituto, che la discarica abusiva da 50.000 tn di riufiuti tossici, speciali e principalmente gratuiti non è un pericolo e che le vere “eco-balle” sono quelle lanciate dai cittadini preoccupati, scusate è stato impiegato un vocabolo errato, l’intento era scrivere allarmisti.
Effettivamente il citato comunicato ufficiale è stato redatto per far sì che s’intuisse il sentore dell’intrallazzo dei prescelti, se no quale sarebbe il bello!
Shhh! Basta riportare la sconfinata landa di tangibili casi di disinformazione, meglio procedere il cammino lungo la Ramacca di “2010”…
All’interno dell’istituto aleggia una cappa di nubi asfittiche che cinge le nostre gole, un’entità sovrannaturale che soffoca l’informazione…
Ehm, senza farneticare o tramare rivolte sovversive; torniamo indietro a parlare del nostro ragionier beniamino paesano, che giornalmente ci rendeva lieti della sua eterea presenza a scuola, insieme a parte del suo illustre gabinetto, oramai purtroppo solo sporadicamente, per colpa degli incalzanti impegni lavorativi; esternando l’immenso affetto, lo spirito patriottico e l’attaccamento per l’unico istituto d’istruzione secondaria di secondo grado ubicato nel comprensorio da lui amministrato.
Invece che dire delle frequenti visite della “gioventù che vince” quella della sezione giovanile del partito di cui fa parte la maggioranza dell’amministrazione comunale, nonché il primo cittadino stesso, che regolarmente ci rifornisce di graditi ed esaurienti foglietti e banners informativi? Pure coincidenze, estremamente casuali.
Basti pensare a quello sulla raccolta giocattoli per Natale, da destinare ai bambini poveri (iniziativa di indubbia solidarietà, ma la cui diffusione è pur sempre condannabile all’interno del contesto scolastico); gli svariati tentativi di costituzione di un loro nucleo dentro il nostro istituto, che sempre il caso vuole furono spalleggiati dall’Ass.re alla Cultura, fortunatamente respinti dall’epica comunicazione ufficiale filippica del Dirigente Scolastico, oggi ammirabile all’albo degli studenti; l’imparziale, l’assolutamente non di parte volantino sul Giorno della Memoria, distribuito abusivamente giorno 27 Gennaio stesso, alle ore 08:12 circa, all’interno della scuola da uno studente e da un individuo esterno, i soliti ignoti, nel quale è obbligatorio rammentare la presenza di neologismi e deformazioni linguistiche, quali: “studensca” e “viltà” (licenza poetica, ovviamente), insieme ad una punteggiatura in stile “flusso di coscienza”; però anche storiche (la dichiarazione scritta che l’ignavio, l’indifferente, complice e vile popolo italiano non si volle ribellare alle leggi razziali del regime, si pone alle S.V. Ill.me l’esistenza di una differenza tra “potere” e “volere”; e inoltre l’azzeccato paragone della Shoah con l’aborto); il graffito che, “cum magna peritia”, fu realizzato da esponenti riconducibili al nucleo precedentemente non menzionato; l’ultimo foglio aggiornativo a proposito degli imminenti tornei di poker e videogames, iniziative di incommensurabile valore e spessore culturale, che per la gioia degli organizzatori stanno riscuotendo numerose iscrizioni e fruttando un bel gruzzolo, inneggianti al gioco d’azzardo e alla conveniente scelta d’iscriversi all’innominabile sezione giovanile, con un singolare richiamo agli armamenti e ad uccidere (nel caso degli autori del ciclostilato: “Arma la gioia…Uccidi la noia”, però cosa volete farci, non siamo in grado di interpretare così astratte metafore).
L’estenuante e superfluo elenco di fatti e misfatti, appena riportato, è stato parzialmente condannato, in nome di una cieca fedeltà al concetto di disubbidienza civile e forse anche a causa dell’essere paranormale a cui si accennava in precedenza, che obnubila le nostre contorte e insane idee, menandoci sulla retta via…
“E leggero il mio pensiero vola e va, aspetto solamente che si perda”…(PFM, “Impressione di Settembre”).
Delle opache pagine della storia della nostra scuola, un pallore di routine dona tono incolore alle giornate trascorse in questo posto; diatribe ciniche di tutti i giorni, che vedono occupati in primo luogo i docenti, ognuno dei quali è ripetutamente indaffarato a partorire e portare avanti una nidiata di progetti, coinvolgenti solo marginalmente il corpo studentesco.
Alcune reminescenze di idee innate focalizzano l’attenzione sulle Olimpiadi di Matematica, i cui studenti che superarono il primo turno eliminatorio non ebbero nemmeno l’opportunità di riuscire a vedere il foglio con gli esercizi della seconda manche, questo perché la scuola non si fece carico neppure di organizzare un qualsiasi mezzo di locomozione con un accompagnatore per condurli al liceo di Caltagirone, quasi non si conoscevano neanche i nomi di questi alunni; per non mettere in gioco anche i celeberrimi corsi PON, ad essi l’assoluta priorità.
Per carità, lungi dall’articolo che state leggendo sminuire l’operato della commissione PON; hanno svolto un lavoro ineccepibile.
La questione è differente. Quest’iperuranio d’idee è stato attuato su campi di sapere molto ristretti, mentre non sono stati minimamente considerati eventuali sviluppi in ambito artistico-letterario, o musicale; relegati in un recondito angolo del subconscio. Se si scavasse a fondo nella natura intrinseca della cruda realtà che ci attornia emergerebbero numerose problematiche di disuguaglianza socio-civile: studenti disabili che vengono lasciati alla deriva, per loro nessun iniziativa, palese carenza di strutture, spazi e servizi preposti alle loro esigenze; regole che dovrebbero essere sottoposte a tutti i membri della scuola, ma le cui trasgressioni sono imputate solo a studenti, poiché giustamente non si sono mai notati casi di docenti che si recano in prossimità del servizio bar o che arrivano cadenzialmente in ritardo nelle aule, per giunta questi stessi puritani non ci risparmiano prediche e morali; irrisorie idee e progetti con obbiettivo squisitamente sociale.
Tutte limitazioni regolarmente denunciate, che però incontrano un muro di gomma, eretto con la forza talora dell’ignoranza, spesso dell’indifferenza e dell’apatia, non solo da parte dei docenti.
Infatti è da evidenziare che la maggior parte degli alunni si sente demotivato, privo di scopi e cultura critica; ne consegue una mancanza di ponti informativi con le famiglie. I genitori non trovano vantaggi ad iscrivere i propri figli nella scuola della loro cittadina.
Però esiste una causa, una motivazione profonda, l’“alto fattore” di tutto ciò: docenti precari, piaga che non ci risparmia, poiché su 69 insegnanti del nostro istituto, quasi i tre quarti non sono di ruolo.
Tale morbo inibisce il regolare ciclo scolastico: il docente precario non avendo consapevolezza della propria carriera (non sa se sarà trasferito, se rimarrà un anno ancora o se malauguratamente verrà licenziato dalla mannaia del Ministro Mariastella Gelmini, sballottato come un pacco e con la sua dignità d’individuo letteralmente lordata), oltre che percepire lo stipendio annuo previsto per la sua fascia, tenta a occupare il maggior numero di compiti e avallare più progetti possibili allo scopo di arrotondare la propria busta paga; ecco che si viene a formare una concorrenza spietata, una serrata corsa a chi occupa più ruoli, un vortice che attira a se anche i professori di ruolo. Risultato: nella “Scuola S.p.A.” non sarà svolto il lavoro semplicemente per passione o per amore e le classi ne risentiranno fortemente dal punto di vista individuale, minando i tempi del programma didattico ancora da ultimare. Non finisce qui: gli studenti, i cui progetti e iniziative non vengono pagate ai docenti referenti, non sono lontanamente considerate in base ai presupposti sovra enumerati.
Una storia tragica che non suona per niente nuova alle nostre orecchie, visto che tre mesi addietro furono, appunto, fatti pervenire, dagli inutili e diversamente necessari rappresentanti d’istituto e consulta provinciale, dieci progetti in blocco dal costo pressoché irrilevante, con tanto di informazioni dettagliate e docenti collaboratori, alla Commissione Cultura della scuola, che poi sempre per pura coincidenza occupa anche la funzione strumentale e molte altre nomine e mansioni ben retribuite, la quale, essendo impelagata in faccende di mole ben più imponente, non ha tuttora fornito dei dovuti e leciti responsi. E certo, mica sono stupidi; dove sta il profitto per loro? I veri imbecilli sono coloro che con senso civico hanno messo a disposizione il loro impegno per i propri e altrui alunni.
Baggianate, essi tengono alle sorti della scuola, tesi dimostrabile dal fatto che hanno promosso una campagna di promozione del nostro istituto, mediante l’opuscolo d’orientamento per l’A.S. 2010/2011, egregiamente stampato con i pixels sfumati a caratteri cubitali, nel quale (senza l’intento di ricevere ostentati consensi e fama o vanagloria) viene esplicitato espressamente un odierno status d’avanguardia tecnica, culturale e strutturale, affibbiando quest’ultimi a una capacità di formazione individuale del ragazzo, protesa verso il sociale e l’Europa. In un futuro, si auspica non lontano, probabilmente potrebbe verificarsi tal condizione. Al giorno d’oggi non si palesa l’evidenza di sbocchi sociali, né lavorativi e professionali, dal momento che ancora non sono stati presi alcun genere di contatti o accordi con studi di ragioneria, o con fabbriche o aziende elettronico-informatiche. E beh con l’aria di ostilità che tira dobbiamo prima far scannare e scannarci tra noi, poi rivolgere lo sguardo agli impegni in corso e dopo non si può mica riflettere anche su ciò…
…Mal di testa, confusione, panico, caos mentale.
Cosa ne vale di miriadi d’iniziative, che si appellano “pro scuola” in primis, se non sono stilate, strutturate e portate avanti insieme agli studenti? Al contrario c’è un uso utilitaristico di quest’ultimi, che di tal maniera sono qua solo per rimpinguare le liste di partecipazione a corsi e progetti.
Parole, soltanto parole; parole a vuoto come quelle di un sordo-muto.
Dalla presente gogna mediatica, oltre che Augusto Minzolini, non sono esenti neppure gli alunni: scarsamente partecipi e limitatamente rispettosi della struttura in cui convivono e studiano.
Soluzioni; furono già enunciate dal sottoscritto in occasione di una riunione pomeridiana tra scuola, famiglie e amministrazione locale per dibattere sui problemi d’impatto con il territorio, indetta per il 15 Ottobre 2009, alle ore 15:30 , dove furono esposte da me medesimo, preciso su accorato invito del Preside ad ascoltare una voce appartenente agli studenti, quando fui bruscamente interrotto da un tronfio collaboratore della Dirigenza.
Si profila uno stato generale di collettivo e universale appiattimento culturale, una palude uniforme, nella quale nuotare e stagnare come girini, emettendo solamente mere bollicine di respiro.

 

Pietro Ingallina

IV A Liceo Scientifico;
Uno studente a dir poco indignato.

venerdì 12 marzo 2010

Guida all'inscatolazione

Rubrica “Il tema del mese”
a cura del Professor G. Canino


La scatola parla,l'uomo esegue. Augh.

Questo è lo schema che,sostanzialmente,si ripete da quasi sessant'anni,dagli anni della capillare diffusione della televisione nelle case degli italiani.Ciò che essa dice,riguardo i più svariati argomenti,diventa automaticamente legge,quasi un dogma in cui credre ciecamente.La TV ha detto che Facebook è formato da cattocomunisti che predicano odio?Allora è così.”perchè la detto la TV”,citando una puntata dei Simpson,che forse meglio di tutti esprimono,in modo satirico (ed enfatizzando ovviamente),i possibili effetti della lobotomizzazione televisiva:mancanza di spirito critico,di fantasia,ostentata pigrizia,etc etc.Gli “uomini in giallo” sono una finzione,ma la realtà,in fondo,non è poi così diversa.Siamo davvero figli (o schiavi,che dir si voglia) della magica scatola parlante,detentrice della verità?

La televisione è il più importante mezzo d'informazione esistente.Ecco presentato il problema.E' accessibile a tutti,sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista culturale:quasi la totalità dei contenuti presentati è fruibile dal novantanove per cento della popolazione alfabetizzata.Linguaggio perlopiù semplice,argomenti chiari e capaci di colpire il telespettatore.Anche troppo.Tutti quelli presentati sono dei “falsi problemi”,nel senso che non lo sarebbero negli altri stati del mondo.Ma noi ci troviamo in Italia.Qui un uomo solo possiede tre reti televisive,ed ha influenza anche su due dei tre canali statali.Qui a quest'uomo è stato permesso di entrare in politica,e di conseguenza di fare uso e abuso della sua potenza mediatica.Qui quest'uomo ha costruito un impero basato sulla sua figura,a cui ormai si crede come ad un qualcosa di metafisico:è riuscito a centralizzare il popolo nelle sue mani,sfruttando quella che forse è un po' una debolezza degli italiani,l'attrazione per gli uomini bassi e più o meno calvi (nonostante i vari trapianti).Grazie ai suoi telegiornali diventa un martire o un eroe,a seconda della situazione.mai colpevole.L'unica cosa che ha fatto è stata sfruttare la credibilità della scatola magica (c'è gente che crede che il TG4 non sia fazioso,e questo è tutto dire).Il resto viene da sé.non esito a definirlo un genio.Del male,ma la furbizia e l'arguzia vanno riconosciute.Il suo nome inizia per B,ma non voglio rovinare la sorpresa ed il piacere della scoperta!

Ma se tutto ciò forse sarà ovviabile con la scomparsa dalla scena politica del suddetto individuo (non sto augurando la morte a nessuno,non avvisate Maroni o Cicchitto,mi taccerebbero di essere un terrorista seminatore di odio),il vero problema è il degrado culturale di cui spesso la televisione si fa artefice,o quantomeno complice.La spazzatura (non esistono altri modi per definirla) che ogni giorno ci viene propinata non fa altro che contribuire alla decadenza dei costumi ormai in atto.vero,la televisione è riuscita anche ad abbattere alcuni tabù inutili (primo fra tutti quello del sesso,ormai considerato un argomento normale come è giusto che sia),ma il prezzo da pagare è alto.Grande Fratello,uomini e Donne,L'Isola dei Famosi,Studio Aperto rappresentano solo la punta di un iceberg immenso.L'espressione massima della demenzialità raggiungibile da un programma televisivo.Reality che di “reality” non hanno niente,modelli di uomini generalmente ignoranti e capaci solo di ostentare la propria figura,bikini ad ogni ora del giorno (poi ci si scandalizza se le stesse cose si vedono nei videogame),l'immagine della donna a volte svuotata di alcuna valenza.

Ma l'ha fatto la TV,va tutto bene.va bene non parlare a tavola per ifnormarsi sull'ultima notizia di gossip.E' normale vivere vite separate per non perdere l'ultima puntata di “Beautiful”,è normale perdere il gusto di parlare.Bah.L'unica cosa giusta sarebbe spegnere la TV e accendere il cervello.Prima che sia troppo tardi.Prima che il mondo sia popolato da tanto Homer Simpson incapaci di pensare.
Shh.Zitti tutti,parla la scatola magica.Sentiamo cosa dice.Sentiamo cosa dobbiamo pensare.


Antonino Francesco Lorenzo
IV A Liceo

martedì 5 gennaio 2010

Il cieco risanato - i miracoli della scienza


Risale al 23 dicembre dell’anno appena finito, la notizia riportata dal famoso giornale inglese  “TIMES” riguardante la guarigione di un uomo affetto da cecità quasi totale all’occhio destro. Russell Turnbull, 38enne inglese, aveva cercato di placare una rissa esplosa su un bus ma come ricompensa per il suo senso civico, aveva ricevuto una spruzzata di ammoniaca in faccia, che aveva bruciato una delle sue cornee, accecandolo all’occhio destro e rendendolo estremamente sensibile alla luce, capace di provocargli dolore. Ora, per il signor Turnbull si è riaccesa la luce. L'uomo è stato infatti tra i primi 8 pazienti ad aver beneficiato di un trattamento a base di cellule staminali, sviluppato dal North East England Stem Cell Institute in Newcastle. I soggetti erano pazienti la cui vista da un occhio era stata seriamente danneggiata dalla LSCD (Limbal Stem Cell Deficiency, Deficienza delle cellule staminali limbari) .Tale condizione è quasi sempre causata da sostanze chimiche (come nel caso del sig. Turnbull) ma può essere il risultato di malattie genetiche e di infezioni, provocate dalle lenti a contatto. Per curarla, i medici hanno prelevato le cellule staminali limbari dall'occhio sano. Successivamente, le hanno riprodotte in laboratorio, utilizzando come "base" una membrana amniotica. Infine, le sezioni danneggiate della cornea sono state sostituite con gli impianti a base di staminali. Oltre ai risultati positivi già descritti, poiché le cellule provengono dal corpo del paziente, non vi è rischio di rigetto né bisogno di soppressori del sistema immunitario. Per ora il trattamento è ancora in fase sperimentale, ma i ricercatori si mostrano positivi sulle sue possibilità. Gli esperti auspicano un futuro dove si riuscirà ad utilizzare staminali prese da altre parti del corpo del malato, combattendo così danni ad entrambi gli occhi. In generale, "Lo studio mostra come la ricerca sulle staminali ha un impatto significativo per la qualità della vita dei pazienti con difetti alla cornea".
Ma cosa sono queste cellule staminali? Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo. Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi ed il caso appena trattato ne è una prova inconfutabile!
Tuttavia, sebbene la ricerca stia muovendo passi da gigante nel settore delle staminali, la strada da fare è ancora lunga ed estenuante ed occorrerà molto tempo prima di poter riuscire a “risanare” ogni parte del corpo a partire da questa risorsa così piccola da risultare invisibile all’occhio umano ma dalle capacità grandissime.
Ruolo fondamentale nella ricerca sulle staminali è stato giocato dagli scienziati italiani che, ahimè, pare abbiano preferito continuare il loro operato all’estero data la scarsa disponibilità economica che il bel paese offre alla ricerca. La chiamano “fuga dei cervelli”, cervelli che diversamente sfruttati costituirebbero una grande risorsa per il paese e che invece vengono lasciati emigrare verso nazioni che garantiscono a questi poveri  ricercatori la ricompensa adeguata per l’inestimabile operato svolto.
Si spera che un giorno anche il nostro governo comprenderà l’importanza che ricopre la ricerca in un paese, perché se c’è veramente una cosa talmente importante da non aver prezzo quella è la salute.

Salvatore Gulizia