martedì 29 dicembre 2009

Charles Baudelaire, tra decadenza e nobiltà poetica.

XXXVIII

Un Fantasma

1 Le Tenebre:

Nelle cave d’ insondabile tristezza
dove il Destino già m’ ha relegato,
dove mai entra raggio roseo e gaio,
dove solo con quell’ ospite rude ch’ è la Notte

sono come un pittore condannato
da un beffardo Dio a dipingere sulle tenebre,
dove, cuoco di funebri appetiti,
faccio bollire e mangio questo cuore,

a tratti brilla, s’ allunga e si distende
uno spettro fatto di grazia e di splendore.
Ma quando assume la sua massima estensione,

con quell’ orientale sognante sua andatura,
allora si che riconosco chi mi viene incontro:
è Lei, la mia bella, nera ma sempre luminosa!

Tratto da:
“Les Fleurs du mal”
(sezione 1, “Spleen et ideal”)

La poesia sopra riportata, è un sonetto del poeta francese Charles Baudelaire, vissuto a cavallo tra le due metà del IXX secolo, ovvero un’ era di forti contrasti, discrepanze e paradossi sociali, ma anche di nuovi impulsi e ideali come il socialismo di Karl Marx e Friedrich Engels e l’ anarchia di Bakunin, alla quale per certi versi si accosta lo stesso poeta.
Considerato il padre del Decadentismo e della poesia moderna, visse un’ esistenza traviata dal dolore, che cercava di sopprimere, soffocare o dimenticare, mediante una vita di sprechi ed eccessi, e anche di avvicinamento all’ alcool e alla droga.
Ma “Charlie” non è solo questo, la morte del padre e la oppressione dal patrigno, l’ ipocrisia e il bigottismo di una società eccessivamente borghese, incapace di carpire il suo genio, la sua raffinatezza e nobiltà, lo fecero naufragare a questa dimenticanza, attuata e vissuta come reazione anticonformistica, dapprima contro il nefasto mondo e poi pure contro il destino e Dio stesso.
Tuttavia anche se figura nobile, il poeta fa parte di questo sistema e quindi partecipa al sapore per il vizio e la “ decadenza”. Sapendo di non poter attingere sulla terra ad un gusto superiore, quello di bellezza e purezza, si spiga così la ricerca del dolore teso all’ annientamento e la tendenza deleteria all’ autodistruzione e all’ oblio, attraverso gli abnubilanti fumi del vino e dell’ oppio.
In linea generale questo il senso de “Les Fleurs du mal”, che non trova logica se non nella trascendenza dei luoghi, ove astrattamente si svolge l’ azione: la discesa dal Paradiso sulla Terra, per poi precipitare all’ Inferno.
E’ qui che la critica crocifigge Baudelaire, non perdonandogli la sua vocazione al male, raffigurandolo blasfemo e satanista; non per niente i suoi libri furono condannati dalla Chiesa.
In realtà la curiosità e l’ andare controcorrente lo conducono a tale posizione: il poeta frustrato dai continui scherni del mondo, si appella al rifugio di un Dio che non perdona, bensì giudica e condanna (ma al quale Baudelaire è devoto) e lo relinque a dannarsi il corpo; la morte sarà dunque sia una liberazione dagli incessanti mali e dalle imperterrite sofferenze mondane, che la porta verso una via ignota da percorrere.
Purtroppo questo raffinato poetare non viene apprezzato da un pubblico troppo polemico e pieno di preconcetti e pregiudizi, incapace di capire fatti ed idee sotto altri aspetti e di essere più introspettivo.
In questo primo capitolo il poeta è raffigurato come una figura nobile, un angelo decaduto sul mondo, vacillante tra la tendenza al “puro” e al richiamo dell’ abisso in cui annegherà, abbandonato da Dio. Proprio in tale contesto si paragona all’ albatro: magnifico uccello quando vola in cielo, sopportando con tranquillità le intemperie, ma goffo e brutto quando si posa sulla nave e viene deriso, essendo oggetto di scherno per i marinai, poiché non comprendono il suo ruolo e il suo valore.
In tal maniera la poesia baudeleriana emette radici in ogni componimento, spaziando dall’ amore al vizio e al macabro, che rappresenta in un quadro alternativo. Essa può apparire schietta e senza mezzi termini e dispiace nuovamente contraddire
l’ opinione pubblica; non è così.
La prova lampante è il sonetto ivi proposto; difatti “odora” di pittorico e sublime, sembra quasi di poter vedere le tetre e ambigue sfumature paesaggistiche che offre.
Il poeta dipinge una situazione a prima lettura solo metafisica e deviante, poiché il lettore fallaceamente può intuirla in tal maniera; invece è colma di allusioni e parallelismi con luoghi e persone reali, il tutto affibiato ad una eccelsa perizia retorica, caratteristica dell’ autore.
Il tema principale, ovvero le tenebre, è facilmente depistabile; perché si tratta di una bivalenza: da un lato la notte vera e propria, in quanto condizione temporale,
dall’ altro la visione della propria compagna, Jeanne Duval (un’ attrice mulatta, che gli rimase accanto sino alla morte), si sfocia quindi nell’ aleggiante figura del fantasma, con notevole sfoggio di misticismo.
L’ autore descrive la sua malsana condizione fisica e il confinamento agli spazi chiusi, puntando il dito contro il destino ( versi 1-2, 5-6, si trova una ripetizione di significato); ricercando rifugio nel “fantasma della notte”, unico suo vero amore, con la quale non gli rimane che consumare i suoi piaceri sessuali, mentre la vita gli sfugge via. La grande abilità descrittiva è mostrata nelle ultime due strofe, dove nel caos della voluttà egli pone un etero disegno della compagna, mediante gli elementi strettamente in correlazione di oscurità, ombre e spiragli di luce, che giocano sulla visione e sul profumo della donna.
Baudelaire si riavvicina alla tematica del “gothic-noire”, già sperimentata da Edgar Allan Poe, scovando nella bellezza e nel sapore per le tenebre l’ unico ultimo rifugio.
La smisurata presenza di figure retoriche (bivalenze, metafore, similitudini, analogie, personificazioni, sinestesie e parallelismi, anafore) rende pure la sua poetica uno sfarzo di morali e doppi sensi; ma d’ altronde fu lo stesso Baudelaire ad affermarlo: << La bellezza è sempre bizzarra >>.  

Pietro Ingallina

venerdì 25 dicembre 2009

Auguri di Natale

Tutta la redazione de "La Voce Studentesca" è lieta di augurare un sereno e felice Natale a tutti i lettori e alle loro famiglie.



Auguri!

domenica 13 dicembre 2009

Foto Proiezione film "I Cento Passi"

Sabato  12 dicembre, gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Vincenzo Scuderi”  hanno partecipato ad una giornata importante per la loro crescita culturale e collettiva, grazie alla proiezione di un film a scopo sociale che ha appassionato tutti i presenti: “I CENTO PASSI”.  Un film sulla vita e l’omicidio del giornalista Peppino Impastato, impegnato nella lotta contro la mafia nella sua terra, la Sicilia.
Dopo la visione del film, i ragazzi hanno preso parte con grande partecipazione ed interesse all’assemblea d’Istututo svoltasi nell’aula magna della scuola, per discutere delle problematiche e delle proposte degli alunni verso il dirigente scolastico, il prof. Donato Biuso, che ha preso parte all’assemblea chiarendo alcuni punti all’ordine del giorno della suddetta.
Al termine dell’assembla gli alunni sono stati licenziati.






Sebastiano D'Amato

sabato 12 dicembre 2009

Peppino Impastato: Una vita contro la mafia

Oggi l’istituto di istruzione superiore "Vincenzo Scuderi" ha avuto la possibilità di vedere uno dei più grandi capolavori cinematografici dell'ultimo periodo:  "I Cento Passi".
Esso tratta la storia vera di un coraggiosissimo giovane di nome Peppino Impastato, il quale ha sfruttato la sua intelligenza per contrastare l'intero sistema mafioso che per anni ha corroso la Sicilia da oriente ad occidente. 


Dopo aver visto il film quello che ancora oggi dopo colpisce è la caparbietà di un giovane di 30 anni che lotta con tutte le sue forze e con ogni mezzo in suo possesso (mettendosi anche contro il suo stesso sangue) pur di avere libertà di parola e di poter esprimere i propri  diritti e pensieri mettendo a rischio la propria vita per cambiare le sorti di un paese in rovina.
Ed è grazie a gente come lui che noi oggi siamo liberi di dire la nostra opinione e di pensare a come migliorare le circostanze che ci circondano, su una Sicilia che oggi vuole dire no alla mafia.
A volte si pensa che la mafia sia una cosa che non ci colpisce che sia estranea, subito si pensa a Riina, Provenzano, Liggio e quanti ancora hanno fatto il peggio in questa regione e hanno creato faide inutili solo per avidità e soldi. 
Si pensa “ no la mafia a Palagonia, a Ramacca no non esiste!” invece senza che ce ne accorgiamo attorno a noi accadono delle cose che ci fanno rimanere in dubbio ma non abbiamo il coraggio nemmeno di riflettere, perché anche il solo riflettere ci fa paura. A volte si hanno degli atteggiamenti di tipo mafioso senza che c’è ne accorgiamo, perché mafia non significa girare con le pistole, la mafia è un vero e proprio atteggiamento al discapito degli altri, prendere in giro una persona considerata “diversa” è mafia, ridere di una persona che ha pensieri diversi dai nostri è mafia, offendere solo perché quello o quell’altro ci fa antipatia o rubare perché è semplice, signori lettori, è anche mafia. 
Perciò sappiate che i diversi sono coloro che si comportano così, possono essere belli o ricchi esteticamente ma dentro sono vuoti. È la combattività delle persone come Peppino Impastato che non verrà mai dimenticata, la forza interiore che lui aveva, il modo ironico con cui denunciava a viso aperto i fatti che accadevano, anche se quel viso aperto lo ha portato alla morte, proprio quella verità detta in faccia che dava fastidio, perché come dice un detto la "verità fa male". 
Andando a rovistare tra il web ho trovato un video credo sia interessante e spiega cosa accadeva in casa Impastato in quel periodo che Peppino era vivo, un racconto di sua madre i cui occhi trasmettono quasi ancora le immagini di una vita vissuta intensamente. In questo video racconta i consigli che dava a suo figlio mentre era ancora vivo.




Giuseppe Rizzo

venerdì 11 dicembre 2009

Foto Assemblea Studentesca odierna

Oggi si è tenuta un'Assemblea studentesca per protestare contro la riforma scolastica attuata dal ministro Gelmini.

Di seguito la Galleria fotografica:





Foto di Sebastiano d'Amato

venerdì 13 novembre 2009

Risultati della votazione per i rappresentanti al consiglio d'istituto e alla consulta provinciale


Statuto de "La Voce Studentesca"


Premessa

"La Voce Studentesca" è un mezzo di informazione creato e autogestito dagli studenti dell'Istituto d'istruzione superiore Vincenzo Scuderi, allo scopo di diffondere tematiche inerenti al mondo della scuola, notizie d'attualità, cronaca e temi di cultura generale e di denuncia sociale.



Articolo 1

"La Voce Studentesca" non da spazio a contenuti di natura razzista, discriminatoria, di propaganda politica, pubblicizzazione di attività commerciali e offensivi verso qualsiasi individuo e/o ideale personale e/o religioso. Inoltre non è consentito la pubblicazione di materiale che scada su scontri personali.

Articolo 2

Trattandosi di un mezzo di informazione studentesca, è consentita la pubblicazione di materiale solamente agli individui facenti parte del suddetto istituto.
Possono partecipare dunque:
- il corpo stuentesco
- il corpo docenti
- il personale A.T.A.
- la dirigenza

Articolo 3

Il materiale presentato da qualunque individuo verrà prima sottoposto alla supervisione della redazione e dei docenti collaboratori.

Articolo 4

I docenti che collaborano al progetto verranno ogni anno selezionati dalla redazione, di comune accordo con la dirigenza.

Articolo 5

La successione della carica di direttore verrà attuata ogni qualvolta il corrente direttore  darà le sue dimissioni o finirà/intererromperà il suo corso di studi. Il nuovo direttore dovrà essere uno studente del triennio (di qualsiasi indirizzo di quest'istituto) e che abbia preferibilmente competenze in ambito giornalistico/letterario e forti attitudini organizzative. Si dovranno presentare dei candidati che verranno esaminati dal direttore dimissionario, il quale sceglierà il nuovo direttore tra i candidati che gli si sono presentati.
Il direttore dimissionario, dopo aver scelto il nome dell'eventuale futuro direttore, dovrà concordare la sua scelta con il resto della redazione.

Articolo 6

Il presente statuto non è modificabile.
Eventuali modifiche potranno essere apportate solamente con il consenso di tutta la redazione,dei docenti collaboratori e del dirigente scolastico; tali modifiche non dovranno entrare in contrasto con gli articoli precedenti.

Conclusione

"La Voce Studentesca" è un giornale d'Istituto fondato da studenti al fine di tutelare il loro diritto all'informazione e alla libertà di parola.

La Redazione

Direttore/fondatore
Ingallina Pietro

Redattori del network
Terranova Rosario
Antonino Francesco Lorenzo

Collaboratori
Gulizia Salvatore

giovedì 5 novembre 2009

Corteo a Catania di Sabato 3 Ottobre

Sabato 3 Ottobre si è svolto un corteo contro i tagli all'istruzione della riforma Gerlmini a Catania.

La partenza è stata alle ore 9:30 dalla Villa Bellini, mentre l'arrivo è stato alle ore 12:30 al provveditorato degli studi di Catania, già sotto occupazione da staudenti, docenti e personale ata da 39 giorni.

La scuola V. Scuderi di Ramacca si è unita all'istituto Ettore Majorana di Scordia.








La manifestazione si è svolta in modo pacifico e senza disordini o sconstri con le forze dell'ordine.

mercoledì 4 novembre 2009

Commemorazione dei Caduti - Primo caduto: la libertà.

Questa mattina ho assistito a scuola ad una strana conferenza.

Pensavo che si sarebbe parlato dell'unità d'Italia, del sacrificio dei soldati e di quanti hanno contribuito alla costruzione dello Stato del quale facciamo parte. Pensavo si sarebbe cercato di estrinsecare il significato di quest'appartenenza, per noi, soprattutto, che sprofondati al sud, spesso abbiamo la sensazione di essere abbandonati dallo Stato. Pensavo, al limite, che con un approccio revisionistico (che sinceramente non condivido) qualcuno avrebbe cercato di ascrivere tra i costruttori della Patria pure quelli che per volontà od errore hanno fatto molto (dal mio punto di vista) per distruggerla. Se il discorso avesse preso questa direzione, probabilmente, avrei cercato con argomenti di sostenere che sul piano socioculturale per i siciliani il concetto di patria è un valore autentico. Che i siciliani hanno creduto nell'unità nazionale dallo sbarco di Garibaldi in poi, fino allo sbarco degli Alleati e oltre. Che siciliani sono morti dimenticati nel ghiaccio della steppa russa, durante la seconda guerra mondiale, e che a migliaia ne sono morti pure sulle langhe durante la guerra di resistenza (sempre nella seconda guerra mondiale).

Invece, qualcuno ha pensato bene di parlare del Muro. Devo dire la verità, mentre interveniva l'assessore mi veniva da ridere, speravo che almeno fosse quello dedicato all'edilizia ...Come dire uno specialista. Un po' alla volta, però, mi sono reso conto che non c'era proprio niente da ridere perché la conferenza aveva un impianto ben congegnato:

1) Parlare della caduta del muro di Berlino, in nome di una presunta equidistanza politica, tanto per riaffermare la necessità di combattere tutti i totalitarismi di destra e di sinistra (e per il nostro sorprendente assessore pure quelli di centro: un'affermazione di una densità concettuale involontaria che fa veramente paura).
2) Suggerire ai ragazzi l'idea che la loro attuale condizione di uomini liberi è derivata naturalmente dalla caduta del muro. Neanche avessimo mai avuto in Italia un regime comunista. Quindi, per finire in bellezza,
3) Tentare (grazie all'intervento di un soggetto non identificato, ma ho sentito che qualcuno lo chiamava "prezzemolino"...) di screditare i docenti con l'allusione per cui deliberatamente nasconderebbero agli allievi l'importanza dell'evento. Perché si sa che i docenti sono tutti comunisti.

A parte gli scherzi.
Oggi a scuola è stata fatta propaganda politica, contro i comunisti (che non ci sono più) e a favore dei partiti che nel nome fanno rima con libertà (e questi ovviamente ancora ci sono).

 Prof. Antonio Zuccarello

Locandina de "La Cultura in 100 Piazze d'Italia"

Clicca su Leggi tutto per esplorare la locandina

martedì 3 novembre 2009

Basta ai soprusi all'ambiente

Sono un prof. dell'Istituto di Istruzione Superiore di Ramacca (CT). Mi piacerebbe parlare delle escursioni fatte in montagna sulle Dolomiti, sugli Appennini, le Madonie, i Nebrodi, Etna e in altri luoghi incantevoli Italiani.

Quello che invece mi preme discutere quì con voi, è il problema della distruzione dell'ambiente che sta avvenendo sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno. Assistiamo ad una lenta e inarrestabile distruzione dell'ambiente, quasi come se fosse un fatto scontato, come se fosse una cosa che bisogna accettare, quando invece al contrario noi tutti dovremmo attivarci in un programma di riparazione dei danni che i nostri predecessori hanno recato, e dei danni che continuiamo ad infliggere all'ambiente. Immaginiamo la Terra come un acquario, quindi uno spazio limitato e condiviso, dentro il quale non si può ad oltranza gettare veleno, bruciare i boschi, distruggere la fauna; prima o poi l'acquario diventerà desolato, scuro e invivibile, e quando la situazione diventerà critica, sarà troppo tardi per ripristinare il tutto, i tentativi disperati non serviranno a nulla! Quella appena descritta non è una visione catastrofica, ma una visione assolutamente realistica e preannunciata dalla scienza.

Pensare di educare alcune persone di una certa età, è veramente difficile, è un’ utopia, diciamo impossibile. Quindi siamo costretti a sopportare ancora per anni la loro negligenza, almeno fin quando campano! Purtoppo però questa negligenza nei confronti dell’ambiente, ha una ricaduta sui giovani, sui loro figli, che spesso risultano inevitabilmente mal educati nel rispetto dell'ambiente. I giovani spesso hanno esempi scorretti da parte dei genitori, capita che in famiglia il padre è un cacciatore, a casa non si effettua la raccolta differenziata, non si è educati a passeggiate a piedi, non si visitano i parchi naturali, il padre agricoltore usa velenosissimi antiparassitari per i campi, ecc. L'unico luogo per educare questi giovani al rispetto per l'ambiente resta la scuola e/o altri luoghi come per esempio Internet; ovvero questo posto, dove sto scrivendo! In un Blog o in un forum, quì si può discutere e dare visibilità alla situazione, quindi scuotere le coscienze.

Per esempio prendiamo in esame la città di Gela, una cittadina di circa 100.000 abitanti, città che si è ingrandita negli anni 70 tra il caos della mafia, l'ignoranza della gente e la mala politica. Si osserva da anni come la gran parte del popolo Gelese insegue profitti facili e immediati. A Gela basta un diploma e una raccomandazione per poter "lavorare" dentro gli impianti industriali; è sufficiente aggregarsi ad una cosca mafiosa per poter arricchirsi sul lavoro degli altri, basta buttare la spazzatura e ogni sorta di materiale in campagna o in discariche abusive per disfarsi dei propri rifiuti. Per verificare quello che scrivo è sufficiente fare un giro nel territorio.
Appena si arriva dalla strada statale Catania - Gela, saltano all'occhio le grandi ciminiere che "catapultano" i fumi appena qualche chilometro dal paese, come dire: "Noi non vogliamo il fumo: lo scarichiamo agli altri! ". Immediatamente dopo gli impianti industriali troviamo il grande deposito di fosfogessi materiale condito di sostanze radioattive, in passato questo materiale veniva scaricato anche in mare. Successivamente è stato più giudiziosamente raccolto. Poi ancora si sta cercando di contenerne gli effetti con dei lavori di raccolta delle acque dal sottosuolo. Questo deposito è una potenziale sorgente di malattie oncologiche, ma la gente preferisce i guadagni facili e immediati, a discapito dei continui nuovi casi di tumori. Appena dopo i fosfogessi inizia l'area delle serre di Bulala, un tratto di spiaggia lungo circa 5 - 6 km invasa dalle serre, senza uno spazio di sabbia, solo plastica.

Continuiamo ancora il nostro giro virtuale, sempre in zona troviamo un'antica salina, un residuo di quello che era in origine il territorio: un incontro tra mare e terra, un posto usato anche dalle cicogne e da importanti altri uccelli migratori. Il posto è caratterizzato dalla presenza di un viadotto e di un ponte autostradale, costruiti a metà e mai terminati (costruzioni create solo per sprecare soldi ) , quindi a parte questa parentesi, si nota facilmente una stradina di campagna dove i Gelesi trovano comodo buttare ogni sorta di materiale di scarto. Successivamente i rifiuti citati vengono bruciati e poi sopra vengono scaricati altri rifiuti e così via ad oltranza. Adesso riporto un altro esempio giusto per comprendere meglio la mentalità della gente. Sempre nella stessa zona, quella del cimitero di Farello, ci sono diversi fiorai. Ho fotografato il retrobottega di uno di essi, il quale presentava un muretto abbattuto per consentire il passaggio, da dove buttare plastica e i rifiuti dell'attività:  dopo aver cliccato sl precedete link ingrandite lo zoom.
Altro esempio: girando tra i colli rocciosi al Nord della città di Gela trovo una curiosa discarica di spazzatura; mi chiedo come dei rifiuti in questo posto? dopo un breve giretto osservo che la zona ha una decina di case, ma nessun cassonetto della spazzatura, quindi ho dedotto che gli abitanti, in base alla loro cultura, abbiano pensato bene di crearsi autonomamente una piccola discarica dove poter buttare e bruciare i rifiuti di ogni sorta.

Di seguito vi propongo una galleria fotografica di questo "paesaggio naturale" (clicca sulle immagini per ingrandirle):




 Cosa dire di più? la città di Gela è un esempio di come un territorio può essere devastato dalle attività umane, senza tener conto minimante delle conseguenze. L'unico obbiettivo mirato è stato un guadagno semplice e immediato, che ha però distrutto il Turismo, l'agricoltura, la salute, ed infine la cultura.

Con questo articolo, voglio aprire un dialogo in modo da creare dei confronti, tra Gela e altri paesi, sperando che chi legge possa “armarsi” di fotocamera per fotografare tutti i soprusi inflitti all’ambiente.
Se volete corredare le voste foto con dei geotag, ovvero inserire delle coordinate dell'area di cui avete scattato le foto, ecco una breve guida per come crearli (link).

Prof. Fausto Giudice

lunedì 2 novembre 2009

In memoria dei diritti umani

Non leggete le storie di Stefano Cucchi, Mariano Bacioterracino ed Elham come se fossero brutte storie tipiche del caotico vivere di massa. Non pensate che a loro “qualcosa è andato storto”, che succede, che è sgradevole, ma la vita, adesso come nel passato, è piena di brutte sorprese.

Le vittime di questo elenco sono un giovane uomo arrestato senza ragione, un pregiudicato nella lista di esecuzione della camorra, un uomo del tutto innocente impigliato nella rete di un’odiosa burocrazia persecutoria. Sono la stessa persona, privata all’improvviso di diritti umani e civili. Quella persona siamo noi, mentre moriamo di botte, moriamo uccisi sui marciapiedi, moriamo di sciopero della fame in un campo di concentramento detto “Centro di Identificazione ed Espulsione”.

Siamo noi persino nello sdoppiamento da malattia mentale che si vede nel video del delitto di camorra:
 
i passanti scavalcano il corpo della persona appena uccisa fingendo di non vedere. Siamo noi che diciamo per bocca del responsabile carcerario che Stefano Cucchi (faccia sfondata, schiena spezzata) “ha preferito dormire, rifiutando il ricovero in ospedale”. Siamo noi quando i medici di un grande ospedale civile vedono per due volte il marocchino Elham detenuto senza reato e senza sentenza, senza avvocati e senza tribunale. Nessun medico fa domande, nessuno ascolta, nessuno vuole sapere. Lo rimandano, un essere umano ridotto a quaranta chili dal suo ostinato sciopero della fame, nel lager di Gradisca, dove è ancora detenuto e morente, mentre io scrivo e voi leggete. Vorrei essere capito. Sto dicendo che noi, noi tutti vittime, colpevoli e testimoni siamo scesi al livello in cui si pestano a morte i detenuti, si scavalcano di fretta i cadaveri, si lascia morire di fame in perfetta indifferenza l’immigrato testardo.

Siamo la stessa gente che ammazza di botte gli omosessuali e ammazza di cavilli procedurali la legge che difende gli omosessuali in modo che questa legge non ci sia mai. Siamo noi il disperato Elham che muore nel lager costruito per punirlo di essere venuto in Italia in cerca di un Paese civile. Siamo noi il carceriere e il medico senza dignità che- per quieto vivere- lasciano morire chi cerca nella morte l’unica fuga. Siamo l’uomo abbattuto dalla camorra, con pochi gesti agili, senza concitazione. Siamo l’assassino che va via senza nascondere la pistola, siamo i passanti che non fanno caso ai cadaveri sui marciapiedi. Siamo i poliziotti che hanno massacrato il giovane Stefano Cucchi e continuano a restare ignoti. Siamo dunque allo stesso tempo il terrore e le vittime del terrore perché i nostri diritti e la nostra decenza sono precipitati in un buco nero immorale e illegale insieme a Cucchi, Bacioterracino, a Elham e ai loro assassini. Poiché ci siamo lasciati degradare fino a questo punto, non ci resta che dire un grazie riconoscente ai genitori e alla sorella di Cucchi che non hanno ceduto; ai giudici del delitto di camorra, che hanno diffuso il tremendo video, affinché tutti vedessero una scena di vita in una città italiana ai nostri giorni; a coloro che hanno fatto arrivare l’ annuncio di prossima morte dell’ immigrato Elham. Queste tre notizie servono almeno a ricordarci quanto siamo arrivati lontani dalla nostra Costituzione e dai fondamenti della Carta dei diritti dell’uomo. In Italia. Oggi.

da Il Fatto Quotidiano n°35 del 1 novembre 2009
(grazie al prof. Antonio Zuccarello per la segnalazione)

lunedì 26 ottobre 2009

Notifiche elezioni dei candidati per il Consiglio d'Istituto

In seguito del ritiro del'ex-candidato della lista N°2 Gurrisi Sebastiano, che è stato dunque rimosso dalla lista elettorale, e considerando il fatto che i candidati per la rappresentanza al consiglio d'istituto (componente alunni) raggiungono esattamente il numero minimo prefissato, ne consegue che tutti i candidati delle liste avranno automaticamente accesso alla carica, tuttavia le votazioni si svolgeranno ugualmente al fine di decretare quale candidato detiene maggiore consenso.

Di seguito l'elenco delle liste conseguenti a tale modifica:

Lista 1: Un impegno per la scuola
- Ingallina Pietro
- La Mastra Valentina 

Lista 2: Per una scuola "superiore" alle altre
-Basso Jacopo
-Di Dio Dario


Per quanto riguarda la consulta si dovranno eleggere due candidati per cui la votazione non sarà una formalità come nel caso precedente ma una necessarietà.

Lista 1:
- Falcone Davide
- Maggiore Salvatore

Lista 2:
- Leanza Salvatore
- Tardo Antonio

 Si ricorda che le votazioni avranno atto giovedì 29 Ottobre nelle 2 ore successive alla ricreazione (4° e 5° ora).
Salvatore Gulizia

domenica 25 ottobre 2009

Maxi discarica abusiva di rifiuti nelle campagne di Ramacca

La guardia di finanza ha scoperto una gigantesca discarica abusiva sepolta nel bel mezzo delle campagne di Ramacca grazie ad una attenta analisi delle immmagini satellitari di Google Earth, poichè sono state notate delle strane scie sul terreno probabilmente dovute alle ruote dei mezzi utilizzati per depositare e successivamente occultare i rifiuti tossici.
Una prima cifra di questi rifiuti ammonta a circa cinquantamila tonnellate (cifra abbondandemente gonfiata) di rifiuti di ogni genere in corso di qualificazione sepolti sotto un terreno agricolo privato, adiacente al torrente Gornalunga, nella campagne ramacchesi.
Dagli scavi effettuati con delle pale meccaniche dai finanzieri del nucleo operativo mobile della compagnia di Caltagirone, sono stati portati alla luce sostanze nauseabonde, materiale di risulta, polveri di vario colore e genere ed anche alcune siringhe.
Le analisi dei tecnici accerteranno se vi sia stato l’inquinamento delle falde acquifere sottostanti con il conseguente interessamento delle coltivazioni vicine e degli allevamenti di animali che si trovano in prossimità. Per ora sono state rilevate solo tracce di sostanze organiche volatili, frutto della degradazione di idrocarburi. L’avanzato stato di decomposizione dei rifiuti lascia supporre che non si tratti di una discarica recente e inoltre il ritrovamento delle diverse siringhe induce a pensare alla possibile presenza di rifiuti ospedalieri.
L’intera area agricola, circa quindicimila metri quadri di terreno, è stata posta sotto sequestro mentre accertamenti sono in corso per individuare gli autori del reato e, soprattutto, per verificare gli interessi economici alla base di questa grave vicenda di degrado nei confronti dell’ambiente.

Di seguito un video del servizio del Tg di La7 al riguardo (Clicca su leggi tutto per vedere il video)


giovedì 15 ottobre 2009

Anoressia?!?


Cos'è l'anoressia? Tutti ne parlano ma pochi sanno cosa significa.
Personalmente definisco l'anoressia come un turbine maledetto che una volta che ti prende non ti lascia andare più, ti trasporta nell'oscurità dell'esistenza, ti rende insicuro, ti rende diverso agli occhi della gente, ti cambia per sempre.
Sempre più giovani soffrono di questa patologia ma nessuno se ne interessa, molte delle persone che ci stanno accanto sono anoressiche e noi stessi non ce ne accorgiamo. Una persona anoressica di solito non lo fa capire, fa finta di essere sempre la stessa persona ma in realtà oltre al peso qualcosa cambia. Queste persone diventano insicure, partono con l'idea di dimagrire per essere meglio accettati dalla società e alla fine si rendono conto che la società ti critica se hai qualche chilo in più ma poi se ne frega se sei normopeso; così si ritrovano ad essere più infelici di prima perché prima venivano accettati per quello che erano mentre poi non vengono accettati perché non sono quelli che in realtà dovrebbero essere. E questo li spinge ancora di più ad andare oltre, a continuare sempre di più a dimagrire così gli altri hanno maggiore considerazione di loro. Parlando del rapporto tra individuo e società allora è importante sottolineare quando la società influenza questi individui deboli.
La televisione non fa altro che dare alle donne, soprattutto, un immagine, un prototipo di donna che non è quello reale, modelle extra magre che sfilano per le passerelle più importanti, indossando degli abiti che senza forme di seno, fianchi, e lato b non possono essere considerati abiti femminili; magre si nasce, lo si è per costituzione fisica, non ci si diventa.
La maggior parte delle persone che soffrono di anoressia sono ragazzi dell'età compresa tra i 15 e 25 anni circa, prima si parlava di un alta percentuale di donne ora non c'è più percentuale perché pure gli uomini sono altamente colpiti, avendo come idoli i muscoli scolpiti e la perfezione fisica come nelle opere classiche. Più che annoiarvi parlando dell'ambito medico di questa malattia ho voluto accentuare quanto l'aspetto psicologico ha importanza, perché queste persone sono deboli mentalmente e devono essere aiutate perché da sole non se ne rendono conto, hanno solo un'ossessione: dimagrire. La società, a volte gli stessi genitori o compagni spingono questi ragazzi a non mangiare più a vomitare anche dopo aver mangiato una mela, ad odiare il proprio corpo, ad avere l'ossessione del peso; essi non bevono neanche l'acqua perché hanno paura che pesandosi dopo hanno qualche grammo in più. Per non parlare poi di internet, perché basta andare su Youtube mettere nel motore di ricerca la parola “anoressia” e viene pure a te la voglia di diventare anoressico/a, oppure ci sono pure i siti pro anoressia per tutti quelli che si vantano di essere anoressici e non capiscono, invece, che devono farsi curare.
Una volta ho sentito dire che fra 20 ragazzi 1 soffre di questa malattia, quindi non lasciamo perdere e non buttiamo al vento un tema così importante e attuale perché di ANORESSIA SI MUORE. 
Ivana Guarrera


sabato 10 ottobre 2009

Presentati i candidati per il Consiglio d'Istituto e per la consulta provinciale

Oggi si è svolta l'assemblea studentesca avente come oggetto la presentazione dei candidati alla rappresentazione degli alunni dell'istituto, e la presentazione dei rappresentati alla consulta provinciale.



Le liste per i rappresentanti d'istituto quest'anno sono le seguenti:

Lista 1: Un impegno per la scuola
- Ingallina Pietro
- La Mastra Valentina

 Lista 2: Per una scuola "superiore" alle altre
- Gurrisi Sebastiano
- Basso Jacopo
- Di Dio Dario

Per la consulta invece i candidati sono:

Lista 1:
- Falcone Davide
- Maggiore Salvatore

Lista 2:
- Leanza Salvatore
- Tardo Antonio

La votazione si svolgerà nelle proprie classi giovedì 29 Ottobre, giorno in cui si voterà anche per i rappresentanti di classe.

Le condizioni per la votazione sono:

- Rappresentanti di istituto: segnare con una X la lista e 2 preferenze ai candidati della stessa lista selezionata (se votate per una lista dovete selezionare i candidati della stessa, se selezionate due candidati di due liste diverse il voto è nullo).
Saranno eletti 4 rappresentanti la cui lista raggiunge il numero di voti possibili a fare scattare i seggi. Quest'ultimi saranno occupati dai candidati che avranno ricevuto il maggior numero di preferenze (se ad una lista scattassero 2 seggi, tali seggi sarebbero occupati dai primi 2 classificati  della sudetta lista). L'attribuzione dei seggi è assegnata con il sistema proporzionale.
- Consulta provinciale: 1 preferenza. Stessa modalità di elezione, solo che il rappresentante è uno solo.

- Rappresentati di classe: 2 preferenze. Saranno eletti i 2 rappresentanti.

Vi ricordo inoltre che il vostro voto, oltre ad essere LIBERO e SEGRETO, è sopratutto un DOVERE estremamente importante!
State infatti scegliendo delle persone che avranno voce in un organo che può produrre importanti decisioni sia all'interno che all'esterno della scuola. Non scegliete quindi in base alla simpatia e alla conoscenza, ma in base alla serietà dei candidati e a quella programmi proposti, poichè i rappresentati di classe, d'istituto e della consulta hanno un ruolo importantissimo nella difesa dei diritti di noi studenti.
 Rosario Terranova

Giornalino La Voce Studentesca - Numero 2 Maggio 2009



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Giornalino La Voce Studentesca - Numero 1 Febbraio 2009


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Alla "Conquista" del Web! Da oggi "La Voce Studentesca" approda sul net

Finalmente viene raggiunto un altro obbiettivo, noi redazione de "La Voce Studentesca" inauguriamo questo blog, scrivendovi con un pizzico di orgoglio e perchè no, anche un pò di commozione.
Lo scopo da noi prefissato con la realizzazione di questo blog è dare voce a tutti gli alunni della scuola, affinchè non si fermi il dilagare della cultura e dell'informazione.
Come scrivevo prima, l'anno scorso sono stati perseguiti diversi obbiettivi. Tanto per citarne qualcuno, la temporanea chiusura della palestra comunale, grazie all'articolo-denuncia sull'amianto nel nostro primo numero (che poi dopo poche settimane fu "spunto" per un ulteriore articolo pubblicato su un giornale siciliano); ma fatto di cui mi sento il dovere di lamentarmi è il limitato interesse degli studenti a partecipare, che insieme ai tempi della burocrazia, ha rallentato il normale flusso degli eventi, andando a produrre dei rallentamenti su ciò che ci eravamo prefissati di fare.
Abbiamo dunque deciso di buttarci alle spalle il passato, e di innaugurare il secondo anno della nostra vita scolatisca con quest'iniziativa, il cui merito non è mio, bensì dei nostri due redattori network: Rosario Terranova (IV B Liceo) e Francesco Antonino (IV A Liceo) a cui va tutta la mia stima e rispetto per l'impegno che si sono presi nei nostri confronti. Dunque è a voi che dico "grazie".
Ci sarebbe tanto di cui parlare, ma concludo donandovi una perla di saggezza dell'incommensurabile Mahatma Gandhi: "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere accadere al mondo".

Pietro Ingallina